Di seguito si trovano alcuni suggerimenti sulle domande da porre e sui dettagli da osservare visitando la struttura.

  • La struttura si trova in una zona tranquilla o trafficata?
  • È facile da raggiungere da casa propria?
  • Dispone di un parcheggio interno o comunque c’è la possibilità di lasciare l’auto nelle vicinanze?

Se tutto procede senza complicazioni, di solito tra le prime avvisaglie del travaglio e la nascita del bebè passano diverse ore e non c’è alcun bisogno di correre e fare tutto di fretta. È pur vero, però, che quando le contrazioni prendono il via è inevitabile farsi prendere dall’agitazione. Per questo, è meglio accertarsi in anticipo che il percorso da casa all’ospedale sia veloce e agevole.

  • Si può chiedere l’analgesia?
  • C’è un anestesista sempre presente in reparto?

Non tutti gli ospedali offrono la possibilità di sottoporsi a epidurale, perché non tutti dispongono di un anestesista presente 24 ore su 24. Su questi temi è bene che la futura mamma si informi bene con ampio anticipo rispetto al parto, anche riflettendo sulla propria capacità di gestire il dolore, per arrivare al momento giusto con le idee chiare su ciò che effettivamente preferisce.

  • Tra una contrazione e l’altra è permesso alle gestanti camminare, bere e consumare piccoli spuntini?

In assenza di complicazioni, se la donna lo desidera, camminare durante il travaglio aiuta ad affrontare meglio le contrazioni, a scaricare l’ansia, ad abbreviare i tempi. Anche poter mangiare e bere dovrebbe essere consentito, sempre che sia la mamma a volerlo. Assumere alimenti leggeri, ma ad alto contenuto energetico, come una zolletta di zucchero, qualche caramella, un cucchiaino di miele o di marmellata e bere piccoli sorsi d’acqua o di succo di frutta aiuta, infatti, a mantenersi in forze.

  • In assenza di complicazioni la donna è libera di scegliere la posizione che trova più comoda durante il parto?
  • Sono disponibili sgabelli olandesi o maniglie e sostegni diversi?
  • Si può far nascere il bebè in acqua?

La classica posizione litotomica, con la donna distesa supina sul lettino, è comoda per gli operatori che assistono alla nascita, ma non molto per la futura mamma. Nei casi di parto operativo (quando è necessario l’uso di forcipe e ventosa) è indispensabile, ma se non ci sono complicazioni la donna dovrebbe essere libera di adottare la posizione che sente più comoda.
Riguardo al parto in acqua, va ricordato che nelle strutture che offrono questa opportunità di solito al momento del ricovero è necessario chiedere la disponibilità della vasca, per dare ai tecnici il tempo di prepararla.

  • L’induzione del parto con l’ossitocina, la somministrazione di liquidi per via endovenosa e l’episiotomia vengono eseguite di routine?

Queste pratiche non andrebbero effettuate su tutte le donne, ma solo quando le circostanze lo richiedono.

  • Qual è la percentuale di cesarei e di parti indotti praticati nella struttura?

Questi dati ti permetteranno di farti un’idea sul grado di medicalizzazione dell’evento nascita in quell’ospedale.

  • Il futuro papà o un parente possono assistere al parto?

Oggi, fortunatamente, questa abitudine si sta diffondendo sempre più, ma considera che ci sono diversi ospedali che non consentono ancora la presenza di una persona vicina alla mamma. 

  • È sempre disponibile un neonatologo per la prima visita al bambino?
  • In caso di emergenza, c’è un reparto di rianimazione neonatale nell’ospedale stesso o in uno nelle vicinanze?

Alcuni ospedali, soprattutto piccole cliniche private, non dispongono di un pediatra di guardia ventiquattro ore al giorno e occorre preavvertirne uno al momento del ricovero.

  • Viene favorito l’attaccamento precoce al seno?
  • Si pratica il rooming in?
  • Se i bimbi vengono tenuti al nido, il personale somministra loro latte artificiale o soluzione glucosata?

Il contatto diretto con la mamma e l’attaccamento precoce al seno, così come l’alimentazione del piccolo a richiesta invece che a orari fissi sono importanti per avviare l’allattamento in modo corretto. In alcuni centri, dove non è prevista la possibilità di tenere il neonato in camera con la madre, il personale del nido somministra talvolta soluzione glucosata al bambino, per farlo smettere di piangere durante la notte.

  • Quante donne dormono nella stessa stanza?
  • Come sono regolate le visite dei familiari?
  • I papà sono ammessi oltre l’orario di visita?

È naturale che nei primi giorni dopo il parto la neomamma abbia il desiderio di rimanere tranquilla con il bambino e il papà. Le visite troppo frequenti, l’eventuale presenza in camera di altre neomamme e il passaggio dei loro amici e familiari può risultare stancante. Da questo punto di vista, una struttura che imponga il rigoroso rispetto degli orari di visita ha i suoi lati positivi. A patto, ovviamente, che al papà sia consentito di rimanere con la sua nuova famiglia anche oltre l’orario previsto. Sappi però che, per ragioni organizzative, non tutti gli ospedali lo permettono.

 
 
 
 
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